“Ché a nulla vale incontrare qualcuno o qualcosa se nessun lampo si produce nella mente.”

mercoledì 9 marzo 2011

Care autrici,

stamani ho letto il racconto in rima dei musicanti, che è bello e divertente. Non credevo che la scrittura in rima potesse essere così attraente. Ma come avete fatto? Lo avete scritto insieme?
Un’ altra cosa  vi volevo chiedere: è facile avere dei commenti, dei feedback dai lettori sul vostro romanzo, oppure c'è reticenza o silenzi più o meno imbarazzati perché anche se lo trovano bello non sanno cosa dire?

Gabriele



Caro Gabriele, 

tutto ciò che trovi nel romanzo è frutto di un lavoro a due, naturalmente tenendo conto che ciascuna di noi ha una sua area di specializzazione.  In questo caso specifico, Vittoria, che è l’esperta di Medioevo nonché creatrice dei nomi dei personaggi (come avrai notato, ogni nome ha un significato non casuale), ha tracciato le linee della storia, ed Elena, dopo essersi preparata con opportune letture, si è cimentata nella stesura del componimento poetico. Il modello seguito è quello dei lais medievali,  il cui verso ottosillabico francese (per l’esattezza si tratta di distici a rima baciata) è stato  reso con un novenario con accento libero (sillaba più, sillaba meno).

Per quanto riguarda la seconda domanda, non è così semplice né scontato avere un feedback. Da parte della maggioranza dei lettori c’è una certa resistenza ad esporsi, soprattutto quando si tratta di  mettere nero su bianco.  Inoltre, per molte persone dare un giudizio su un lavoro equivale a esprimere un giudizio sull'autore e pertanto preferiscono astenersene. Oppure si dà per scontato che ci debba esser per forza una “risposta giusta” e si teme di non azzeccarla facendo una figuraccia. Insomma, tutto questo ci conferma che per scrivere serve un certo coraggio. Come vedi, però, fortunatamente su questo blog qualche riscontro arriva, e noi confidiamo che ne arrivino sempre di più.

Quindi approfittiamo dell’occasione per rinnovare l’appello ai nostri lettori:

SCRIVETECI, SCRIVETECI, perché un libro appartiene in uguale misura a chi lo scrive e a chi lo legge e quindi Aimone è anche vostro!

Elena e Vittoria



Nessun commento:

Posta un commento