“Ché a nulla vale incontrare qualcuno o qualcosa se nessun lampo si produce nella mente.”

Aimone

Nome Omen?


Cadeva a fagiuolo per i nostri propositi di scrittura che il nome Aimone fosse beneficiato da una doppia etimologia: da un lato, infatti, egli figura come il protettore della casa, dall’altro come il sanguinario. Quale migliore appellativo per un lupo-uomo o un uomo-lupo?
Per non parlare delle molteplici suggestioni innescate dalla lettera “A”, la prima dell’alfabeto (non a caso Aimone è il primo personaggio a comparire nel romanzo): “A” come “Attenti al lupo”, come “Arcano”, o “Altrove”, o “Avventura”, per non parlare di “Amore”!
Fra gli Aimone famosi ci è simpatico Aimone di Savoia detto il Pacifico (1291-1343) che forse non è passato alla storia per le sue gesta memorabili ma condivide col Nostro alcuni tratti del carattere.
In verità la scelta del nome Aimone nasce principalmente dal fatto che Vittoria si è cibata in gioventù di montagne di fumetti (che tuttora non disdegna) e fin dall’inizio non è riuscita a pensare Bisclavret se non appioppandogli il nome di uno dei personaggi de L’ultimo canto di Malaterra di Francois Bourgeon, pubblicato in Italia dalla rivista Corto Maltese negli anni ’80.
Bisclavret nasce dalla passione di Vittoria per i testi medievali e dalla capacità di Elena di tessere trame. Nessun cedimento a una mentalità retrospettiva: le nostre non si aggirano nottetempo agghindate con mantelli e calzamaglia incidendo rune sugli edifici pubblici, né rimpiangono un mondo scarso di fogne coperte ma ricco di lebbra. Sull’utilità degli elfi domestici la discussione rimane invece aperta. 


                                                 
                                                        
                                     La   storia  


Nel cuore di un Medioevo  insieme realistico e fantastico, il cavaliere Aimone di Torraramata è incline per temperamento alla pratica dell'ironia, la meno cavalleresca delle virtù. Uomo "illuminato" e dunque anomalo rispetto al suo tempo, amministra con saggezza le proprie terre, ma è afflitto da una misteriosa e ricorrente metamorfosi che fa di lui, pacifico vassallo di re Alberico, un feroce predatore. La sua singolare natura gli conferisce il potere di viaggiare nel tempo per mezzo di folgoranti visioni, nonché la capacità di osservare il mondo con candido disincanto, traendone conclusioni paradossali e anticonformistiche ante litteram. Dopo aver ascoltato la profezia di Raksha, giovane e avvenente indovina della quale non può che innamorarsi, Aimone decide di intraprendere un’impegnativa ricerca per ricomporre le due facce della sua sconcertante personalità. Prende così l’avvio un emozionante percorso iniziatico nel solco della migliore tradizione cavalleresca, narrato in prima persona dal cavaliere di Torrarmata con un linguaggio originale e divertente, dove il cammino è orientato dall’interpretazione di segni e dalla soluzione di enigmi, tra vagabondaggi, duelli, incontri stupefacenti e pericoli mortali, fino al traguardo della decisiva illuminazione.

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