“Ché a nulla vale incontrare qualcuno o qualcosa se nessun lampo si produce nella mente.”

L'idea


Galeotto fu Leonardo



Penserete: che c’entra il sublime genio del Rinascimento con Bisclavret? Ebbene, sappiate che il Cavaliere di Torrarmata non sarebbe forse stato concepito senza i buoni uffici – metaforicamente parlando - dell’inventore della Gioconda. Del resto, non hanno forse in comune la stessa misteriosa sostanza quell’ineffabile sorriso e le acque dell’Adda in autunno?


Un paesaggio da non perdere: nebbiolina, luce soffusa, alberi che lentamente si sfogliano. Esiste posto migliore per farsi venire un’idea? No di certo. Ecco dunque le nostre autrici, in un bel pomeriggio di novembre, dirigersi verso la riva del fiume in gita collegiale. Elena, come al solito, persa in vaghi pensieri; Vittoria, maniaca del dettaglio, pianificando minuziosamente il tragitto. Il quale ha come punto d’arrivo quell’ansa fluviale fra Imbersago e Villa d’Adda ove si destreggia fra l’onde il mitico traghetto leonardesco. Il prezzo del biglietto è simbolico, e per farsi venire a riprendere basta agitarsi un po’ sulla riva opposta: il traghettatore prima o poi vi noterà. Così scivolando sulle acque (la chiatta è manovrata manualmente e una fune d’acciaio impedisce che venga trascinata via dalla corrente) in un’atmosfera tra il filosofico e il meditativo non scevra di qualche pennellata turneriana, parlare di poesia non appare poi così peregrino. 

Vittoria ha appena finito di leggere il lai di Bisclavret, Elena si appassiona alla vicenda, e alla fine tutte e due si pongono la medesima domanda : perché nel componimento di Maria di Francia nessuno mai si interroga né stupisce della natura ferina del Cavaliere? Ben presto si rendono conto che per trovare una risposta è necessario inventare una nuova storia. E si mettono al lavoro.

La ricerca non tarda a produrre i suoi frutti: a Elena crescono due aguzzi e smisurati canini, mentre Vittoria da qualche tempo porta una fluente e voluminosa coda raccolta attorno alla vita.

Sconsigliamo di avvicinarle nelle notti di plenilunio.