“Ché a nulla vale incontrare qualcuno o qualcosa se nessun lampo si produce nella mente.”

venerdì 14 gennaio 2011

Riceviamo da Franco Floris e con piacere pubblichiamo.

Bisclavret, o il viaggio della conoscenza.

Per scoprire la sua vera natura il cavaliere Aimone di Torrarmata parte per un lungo viaggio alla ricerca di sé stesso. Il topos del viaggio si snoda lungo un Medioevo dettagliatamente e accuratamente descritto (pur senza mai scivolare nella didascalicità) con un linguaggio che nasconde nella sua leggibilità e apparente semplicità un accurato e meticoloso lavoro di ricerca.
 Bisclavret – Storia luminosa di tempi bui è un testo molto particolare  che riunisce e mescola generi diversi. Accanto al classico romanzo d’avventura troviamo quello storico alla W. Scott,   venature di fantasy e un pizzico di horror, l'elemento gotico e quello fiabesco. Questi ingredienti sapientemente dosati e miscelati danno un risultato di grande leggibilità  e indiscutibile valenza storica e culturale.  Il protagonista, Aimone, è un cavaliere, signore di un piccolo feudo e vassallo di re Alberico. In lui convivono due personalità,  un uomo e una belva, che si compenetrano. Al viaggio in senso fisico si sovrappone dunque il viaggio interiore, alla ricerca del sé,  e anche un terzo viaggio: Aimone ha delle visioni, dei momenti in cui  viene proiettato nel futuro e assiste da ingenuo spettatore a eventi e situazioni  che lo portano a riflettere (e noi con lui) su come si evolverà l’uomo nella storia. Alla fine della sua lunga  e tribolata odissea Aimone arriva a comprendere il significato della sua seconda natura e ad accettarla come parte di sé.
 Il romanzo, come tutte le opere di un certo spessore, si presta a differenti interpretazioni e ha il pregio di poter essere letto con piacere sia dagli adulti che dai ragazzi. Per questi ultimi la lettura sarà particolarmente proficua, perché  sotto il pretesto dell'avventura si cela in realtà un'accurata descrizione del mondo medioevale, della sua struttura sociale, della mentalità e del linguaggio in quel periodo.  Bisclavret  rappresenta anche, in maniera a parer mio molto efficace,  ciò che proverebbe un cavaliere medievale proiettato nel nostro tempo, consentendo una riflessione comparata sulle due epoche.
Un libro dunque che insegna, diverte e induce alla riflessione, cosa che ogni buon romanzo dovrebbe fare.

www.florisfrancesco.com 
  

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